Vicino a Mentone .....

Vicino a Mentone .....

Gia’ negli anni ’20 l’ingegner Ernst Heinkel  produceva biplani per numerose nazioni Europee, tra cui Francia e Inghilterra. Durante il secondo conflitto mondiale la Germania gli commissiono’ diversi modelli tra cui l’ HE 111. Nato come bombardiere bimotore venne presentato nel 1938 nella versione per trasporto civile mentre, a Orianenburg sorgeva un nuovo stabilimento per la costruzione del velivolo di tipo militare.

Concepito con un equipaggio di 5 uomini era armato con un cannoncino da 20 mm nella postazione anteriore, tre mitragliatrici MG 15 brandeggiabili da 7,92 mm e altre 2 nelle postazioni laterali, una mitragliatrice MG 17  fissa nel cono di coda, puntata all’indietro. Aveva un vano di carico per 8 bombe da 2000 kg totali, riposte verticalmente con la punta in su in apposite rastrelliere. Gli ordigni si attivavano al momento di capovolgersi dopo lo sgancio. Completavano l’armamento una bomba da 1000 kg o 2 da 500 kg poste esternamente. I motori erano due JUNKERS JUMO 211-1 da 1000 HP. A differenza di gran parte dei velivoli dell’epoca i propulsori erano a V con 12 cilindri raffreddati ad acqua. Poteva raggiungere i 415 km orari a 5000 metri di quota. Il peso era di 8000 kg a vuoto arrivando a 12000 a pieno carico.

Per alcuni anni fu il miglior bombardiere in utilizzo alle forze armate, piu’ veloce dei caccia ma, durante la battaglia d’Inghilterra l’aviazione britannica, utilizzando gli Spitfire e gli Hurricane, mise a dura prova le capacita’ belliche degli Heinkel che vennero abbattuti in grande numero. Per far fronte a queste difficolta’ i progettisti aumentarono a 6 le persone dell’equipaggio e rinforzarono la corazzatura. Queste modifiche pero’ risultarono inadeguate. Nonostante questi limiti ne vennero costruiti in grande quantita’ e tra essi alcuni  per il trasporto delle famose V1.

La storia dell’ Heinkel 111di Mentone e’ fatta di luci ed ombre. Esistono 2 versioni, una secondo cui l’aereo, coinvolto in un combattimento, venne ripetutamente colpito perdendo quota e ammarando tra Mentone e Montecarlo, a poche centinaia di metri dalla riva, dove i sopravvissuti trovarono riparo. La seconda versione narra che, al termine di un bombardamento su Tunisi, l’aereo, mentre stava facendo ritorno alla base, per un guasto, avrebbe perso gran parte del carburante dovendo ammarare e affondando al largo della costa Francese. E li rimase fino al 1965 quando un famoso sub locale, Claude Verge’, venne ingaggiato dai proprietari del peschereccio transalpino ‘’ Notre Dame de Laghet’’ , per recuperare una rete inspiegabilmente rimasta impigliata sul fondo. Verge’ si trovo’ di fronte il bombardiere, al cui interno erano presenti alcune ossa. Questo particolare sembrerebbe avvallare l’ipotesi del conflitto aereo e del susseguente ammaraggio di fortuna, come dimostrato dai portelli e i vani aperti e vuotati dagli ordigni per minimizzare i rischi dell’impatto con la superficie marina. D'altronde la mancanza delle pale delle eliche potrebbe far presupporre che i motori fossero fermi. Forse l’aereo era stato colpito cosi gravemente o veramente era rimasto senza benzina?

Di fatto, il 31 Luglio 1944, l’Heinkel ammaro’ nel primo pomeriggio e dopo alcuni minuti, sufficienti ai superstiti per mettersi in salvo, affondo’ di muso. Nell’ impatto si era sfondata la vetrata anteriore e l’acqua aveva invaso la prua  facendo inabissare il bombardiere in posizione capovolta.

 L’IMMERSIONE

Con un’apertura alare di 22,6 metri e una lunghezza di 16,2, l’Heinkel si presenta adagiato sul fondale sabbioso in posizione capovolta. La zona e’ caratterizzata da acqua torbida e solo quando siamo in prossimità del velivolo scorgiamo il relitto.Enormi i due motori che, persa gran parte della carenatura, lasciano intravedere la parte superiore della testata con i cilindri e i tubi di scappamento. Su di essi  sporgono le ruote dei carrelli alari che, pur essendo in posizione retratta, rimangono leggermente sporgenti.  I flap appaiono in posizione di massima inclinazione a conferma di un ammaraggio di emergenza. Sulla fusoliera tracce di rete del peschereccio che involontariamente ha consentito il ritrovamento del relitto.

Il grosso cannoncino anteriore punta ora verso l’alto. Pur incrostati da abbondante vita bentonica, i fori laterali di raffreddamento presenti sulla canna sono ancora ben visibili. Da qui si può ispezionare la cabina anteriore illuminando dall’esterno l’abitacolo in cui sono visibili leve e comandi per governare l’aereo e le bombole dell’ossigeno usate durante il volo ad alta quota.

I portelli di sgancio delle bombe sono aperti  e si notano le rastrelliere  che sostenevano i pesanti ordigni da 250 kg.  Non sono invece visibili le mitragliatrici da 7,92 mm, probabilmente insabbiate e le due laterali, probabilmente perse durante l’impatto con la superficie marina.
 

DATA AFFONDAMENTO:  31Luglio 1944

PROFONDITA’ MAX.:  60 m

NOTE: Visibilità scarsa
 

Fonte: testi e immagini tratti da   coloridelblu.com
 

 


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