Nelle vicinanze del porto di Haifa
Descrizione
Il sommergibile aveva svolto 14 missioni di guerra, percorrendo 14.375 miglia in superficie e 1590 in immersione
Dopo la costituzione dello stato di Israele il suo relitto che giace su un fondale di 35 metri, spezzato nella chiglia venne fatto oggetto di incursioni da parte degli uomini dello Shayetet 13.
Dopo un patto raggiunto dai governi di Italia e Israele, dal 2 settembre al 28 settembre 1984 si sono svolti, ad opera della nave appoggio Anteo della Marina Militare Italiana, le operazioni di recupero di 42 salme.
In questa occasione sono state anche recuperate varie parti dello scafo, rimosse in un precedente tentativo di recupero. Si tratta di parti della portelleria, vari pezzi del fasciame e due cilindri contenitori dei siluri a lenta corsa. Le parti del relitto recuperate sono conservate al museo della base navale di Augusta, all'Arsenale della Spezia e all'Arsenale di Venezia, mentre il basamento del cannone con parte del fasciame è conservato al Sacrario delle bandiere al Vittoriano.
Nel 2002 il relitto è rimasto danneggiato in un incidente dalla dinamica poco chiara: secondo alcune fonti alcune unità della US Navy (fra cui la USS Apache) avrebbero cercato di recuperare, nel corso di un’esercitazione congiunta con forze israeliane, il relitto, mentre secondo altre si sarebbe trattato semplicemente dell’incaglio – accidentale – delle ancore di tali unità nel relitto dello Scirè. Successivamente a tale evento subacquei della Marina Militare hanno provveduto a sigillare il relitto per impedire a subacquei di penetrarvi.
Esperienza: Neofita-intermedio
Profondità massima: 33.00 mt.
Profondità media: 30.00 mt.
Visibilità: Media
Corrente: Leggera
Accesso: Barca 40 min.
L’8 marzo 1942 Borghese, posto a comando della sezione subacquea della X MAS, fu sostituito nel comando dello Scirè dal tenente di vascello Bruno Zelik.
Il sommergibile rimase in porto sino al luglio 1942, quando fu pianificata l’operazione «S.L. 1»: l’attacco ad Haifa. Il sommergibile in questa occasione non avrebbe trasportato SLC, bensì dieci «uomini Gamma» (subacquei incursori), di cui due ufficiali e nove sottufficiali e marinai. Il 27 luglio 1942 lo Scirè lasciò La Spezia ed il 2 agosto giunse a Lero. Il 6 agosto partì da Lero diretto nelle acque prospicienti Haifa, e da quel giorno al 10 agosto comunicò più volte con la base di Rodi ove si trovava il capitano di corvetta Max Candiani, comandante a terra dell’operazione. Dopo il 10 agosto lo Scirè non diede più notizie: invano si continuò a cercare di contattare il sommergibile sino al 18 del mese e, quando si rese evidente la realtà, il 31 agosto l’unità fu dichiarata scomparsa in mare in azione di guerra.
Solo successivamente fu possibile accertare la sorte toccata al sommergibile. Per le comunicazioni con il comando gli italiani si affidarono ai tedeschi, ignari che il sistema di crittazione Enigma era stato violato. In questo modo i britannici, individuato il sommergibile durante l'avvicinamento, lo fecero arrivare indisturbato in prossimità dell'imboccatura del porto per poterlo colpire da più direzioni e chiudendogli la via di fuga. Alle 10.30 lo Scirè, individuato da aerei, fu attaccato con bombe di profondità dalla corvetta HMS Islay: seriamente danneggiato ed emerso per evitare la morte di tutto l’equipaggio, il sommergibile fu subito bersagliato dalle batterie costiere che, colpendolo nella torretta ed a prua di essa, ne provocarono il rapido affondamento prima che l’equipaggio potesse abbandonarlo. Dopo l’affondamento l’Islay effettuò un ultimo passaggio con il lancio di altre sei cariche di profondità, per completare la distruzione dello Scirè.
Sebbene non sia certo, è molto probabile che, dopo l’affondamento, all’interno dello Scirè fossero rimasti vivi alcuni uomini, intrappolati in compartimenti non allagati, e che fossero rimasti uccisi dallo scoppio delle ultime bombe dell’Islay. A supporto di tale ipotesi vi sono i seguenti elementi:
il ritrovamento sulla spiaggia di Haifa, il 14 agosto, dei corpi del capitano commissario Egil Chersi e del secondo capo Eugenio Del Ben, due dei «Gamma» imbarcati sul sommergibile: non sembrando infatti possibile che i due cadaveri siano fuoriusciti casualmente dal relitto del sommergibile, è probabile che i due incursori fossero riusciti ad uscire dal relitto posato sul fondale (ma non del tutto allagato) subito dopo l’affondamento, venendo uccisi dalla concussione delle ultime bombe gettate dall’Islay;
il ritrovamento, durante i lavori – svoltisi nel 1984 – di recupero dei corpi, dello scheletro di un uomo all’intero di una garitta di fuoriuscita d’emergenza (che fa pensare che si trattasse di un sopravvissuto che stava cercando di uscire);
il dato che, sempre nel 1984, gran parte dei corpi sia stata rinvenuta nella zona poppiera del sommergibile: come se lì si fossero radunati perché la zona prodiera si era allagata.
Con lo Scirè perirono il comandante Zelik, altri 6 ufficiali, 15 sottufficiali, 19 sottocapi, 8 marinai dell’equipaggio e due ufficiali, 4 sottufficiali, 2 sottocapi e 3 marinai incursori della X MAS.
Fonte: testi e immagini tratti da divemania.it
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