Il mistero del «Mojolner» .....

Il “Mojolner” era una nave traghetto della panamense Lamamar: giudicato vecchio, all’inizio degli anni Settanta fi nì in disarmo, ormeggiato al Molo Venezia. Un’altra ferita il suo cuore di acciaio la riceve il 1.mo maggio 1971. Che cosa fa soffrire una nave in disarmo, ormeggiata proprio nel cuore della città per quel pezzo di mare che si insinua tra vie e palazzi? Fuoco. Un incendio, scoppiato di notte fa accorrere sul posto i Vigili del fuoco con autopompe e motolancia. I Vigili del fuoco, una volta saliti a bordo, dopo aver avuto ragione di porte chiuse, attraversato il salone di prima, i locali di prua, arrivano alla sala mensa. Spengono le fi amme, combattono contro il fumo e la fuliggine e quando fi nalmente il vano, libero dalla caligine si lascia guardare, scoprono il corpo senza vita di un uomo accasciato su un tavolo della sala mensa. Si tratta di Nikola Arcon, marittimo jugoslavo che in passato era stato imbarcato sul “Mojolner”.

Era in attesa di un nuovo imbarco, che già c’era, tanto che dopo il “chiuso” per la festa dei lavoratori, avrebbe dovuto recarsi alla visita medica che precede l’imbarco.

Dopo l’incendio, la nave, grazie ad capillare intervento delle maestranze dell’arsenale San

Marco di Trieste, venne trasformata in ristorante galleggiante con passerella vicino al centro città.

Quando agli inizi degli anni Ottanta il ristorante chiuse, la nave venne ancorata alla diga del Porto Vecchio. Il 24 settembre 1984, una falla lasciò entrare nelle viscere della nave un mare violento che la portò a dormire sul fondo. Tredici anni dopo il naufragio del suo ultimo marinaio (ma che cosa era andato a fare a bordo di una nave in disarmo Nikola Arcon?), naufragò anche il Mojolner.

Fonte: testi tratti da  edit.hr


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