Giace a 11 miglia dal lido di Venezia
Per molti anni del "Quintino Sella" si persero le tracce, finché nel 1972 alcuni sub localizzarono nuovamente il relitto spezzato in due tronconi e adagiato sul fondale, dopo il tentativo di recupero attuato nell'anno 1956.
Le due parti della nave in quell'occasione apparvero quasi completamente integre in tutte le loro parti: strumenti, armamenti, suppellettili; nel troncone di poppa la Santa Barbara era ancora colma di munizioni tanto che fu fatta saltare per ben due volte per evitare che qualcuno di impossessasse degli esplosivi.
Negli anni che seguirono il relitto fu venduto ad una impresa di recupero e quindi sistematicamente smantellato.
Il relitto del cacciatorpediniere Quintino Sella, spezzato in due tronconi, giace su un fondale sabbioso di 25 metri a dieci miglia al largo delle bocce di Poro di Venezia, di fronte al Lido. La plancia del relitto non esiste più o almeno non è possibile individuarne alcun elemento nei due tronconi dello scafo, in quanto è stata smantellata durante le prime operazioni di recupero effettuate nel 1956.
Nelle immediate vicinanze del relitto sono presenti solo alcune lamiere.
LA PRUA DELLA NAVE
Il troncone di prua, si presenta sostanzialmente integro e risulta appoggiato sul fianco di sinistra con il tagliamare rivolto verso l'alto e l'ancora ben visibile sotto lo scafo, sono inoltre riconoscibili il verricello salpa-ancore e una bitta. Spostandosi verso la parte centrale troviamo il primo complesso binato da 120 mm. con le canne rivolte verso il basso.
Non mancano comunque le sorprese, infatti non di rado è possibile scorgere sotto qualche lamiera qualche gruppo di corvine, oppure qualche astice.
Di rigore per chi si immerge su questa parte della nave, è la visita al grongo di casa, facendo comunque attenzione alle numerose reti abbandonate dai pescatori.
LA PARTE CENTRALE DELLA NAVE
Il troncone centrale si trova a circa cento metri più al largo, a differenza della precedente questa parte ha subito una grossa devastazione alla struttura lineare il che rende molto difficile un naturale orientamento, inoltre durante i lavori di smantellamento lo scafo è stato tagliato lungo il piano di coperta ed ora le fiancate della nave sono appoggiate sul fondo lasciando così alla luce le due grosse e affascinanti caldaie (la prima è esplosa con uno dei siluri), le quali non più accoppiate a macchine alternative ma a turbine, riuscivano ad imprimere alla nave una velocità di 35 nodi.
Continuando la prospezione verso poppa troviamo due lanciasiluri ancora in posizione, il secondo complesso binato completamente integro con le bocche da fuoco, come nel caso precedente, rivolte verso il basso, quasi in segno di muta resa.
Superata la parte poppiera sul lato di sinistra è possibile scorgere la sagoma dei due cannoncini anti-aerei e appoggiata sulla sabbia nella parte estrema della linea di frattura, una mitragliatrice.
Il relitto oltre che dalla reti di pescatori è avvolto anche da nuvole di merluzzetti e di saraghi, che accompagnano sempre i sub nelle loro escursioni. Proliferano anche gli spirografi, e attaccati a qualche tubo metallico sono in bella mostra alcuni astucci ovarici di gattuccio.
Ogni tanto durante le escursioni sul relitto, data la lontananza dalla costa, non manca l'incontro con qualche famiglia di delfini, anche se la presenza di tonni o verdesche non sono mancate..
Fonti testi e immagini tratte da:adc.altervista.org/quint
Contatti
ThewreckersteamVia A. Gramsci 54
Cadoneghe
35010
+39.349 4584397
+39.347 3002305
thewreckersteam@yahoo.it