A largo della Timpa di Santa Caterina
Inizialmente di bandiera francese, la nave varata con il nome di "Azrou" è di proprietà della Compagnie de Navigation Paquet (CNP) con sede a Marsiglia, società che la fa operare sulla rotta tra Marsiglia - Libia - Marocco come nave mista, passeggeri e merci. Quando viene presa in consegna dalla Regia Marina cambia subito il nome in "Terni". Durante la seconda guerra mondiale, il mercantile viene impiegato per il trasporto di viveri e materiali dal porto di Napoli verso i porti della Sicilia orientale. La sera del 16 giugno 1943 - mentre naviga da Napoli verso il porto di Siracusa - il Terni viene colpito da un siluro lanciato a una distanza ravvicinata dal sommergibile inglese "HMS Unison", in quel momento in fase di pattugliamento. L'attacco si consuma al largo della Timpa di S. Caterina. Il comandante, cercando di salvare i passeggeri e il carico, fa rotta verso la costa sperando di riuscire ad arenare la nave prima del suo affondamento. Posizionate le ancore su di un pianoro a circa sei metri di profondità la nave affonda di poppa appoggiandosi sul ciglio della parete. La prua a questo punto sostiene l’intero peso del piroscafo, che dopo poco si spezza. Il Terni si rovescia sprofondando sul pianoro sabbioso antistante la parete alla profondità di 40 metri.
Durante l’immersione sono completamente visibili l'imponente chiglia lunga oltre 100 metri, la grande elica con il suo asse che entra nella caldaia a vapore posizionata
Si tratta del relitto di una nave da carico italiana, il Terni (ex Azrou, quando era in possesso della Compagnie de Navigation Paquet-Marsiglia(FR)), da 94 passeggeri, con dimensioni 104,2x13,13x7,11 m., con portata di circa 3 tonnellate, affondato il 16 giugno 1943 perché silurato dal sommergibile britannico UNISON, durante una navigazione da Napoli a Siracusa. Il relitto, giace ribaltato a chiglia in su, è adagiato ad una profondità che va dai 25 ai 43 metri. Suscita notevole stupore la vista dell'enorme elica.
Durante l’immersione sono completamente visibili l'imponente chiglia lunga oltre 100 metri, la grande elica con il suo asse che entra nella caldaia a vapore posizionata a metà della nave, la prua spezzata rivolta verso l'alto e la coppia di massicce catene rimaste appese alla parete terminanti con le due grosse ancore. Su questo relitto si possono incontrare cernie, aragoste, murene e polipi.
Il relitto ha uno scarso interesse storico, un medio interesse fotografico ed un alto interesse biologico.
E' possibile penetrare all'interno dello stesso.
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